Cosmetici antiacne, un mercato con trend positivo

Prosegue l’andamento del mercato antiacne in questo primo semestre del 2025. Vediamo quali sono i dati sell-out sia in valore, sia in numero di confezioni, soffermandoci sulle sue caratteristiche e, soprattutto, sulle classi d’età dei consumatori, per individuare chi ha maggiormente bisogno di consigli appropriati.

Prosegue anche nel primo semestre del 2025 il cammino dei prodotti antiacne in farmacia, che registrano nel cumulato gennaio-giugno 2025 un incremento del +2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo così, in questo primo semestre dell’anno, i 27,2 milioni di euro di fatturato, pur a fronte di una diminuzione (peraltro minima dello -0,9%), del numero delle confezioni vendute in farmacia (1,1 milioni di pezzi).

È questo un mercato peraltro ben caratterizzato, concentrato soprattutto tra i giovanissimi (15- 24 anni) e tra gli adulti (50-64), e che per il 79% risulta di pronta cassa, cioè d’acquisto privato (soltanto il 21% è Ssn), e che riguarda soprattutto i prodotti branded (77,8%), contro un 22,2% di farmaci equivalenti.

Le classi di rimborso

Analizziamo le principali classi che formano il mercato dei medicinali antiacne: la più consistente riguarda i farmaci topici, che da soli con 640 mila confezioni fatturano 17,5 milioni di euro (+2,7% rispetto allo stesso periodo del 2024), seguita dai preparati orali (farmaci, Dm e integratori), che con 460 mila confezioni raggiungono i 9,7 milioni di euro (+2,2%).

Per quanto riguarda, poi, le classi di rimborso, i dati forniti da Pdf -Pharma Data Factory (dati di sell-out dell’anno mobile a giugno 2025, prezzi al pubblico)- pongono al primo posto i farmaci di classe C (14,7 milioni di euro, +5% d’incremento), seguiti dai farmaci di classe A (6 milioni di euro, +6,9%), e dai prodotti di automedicazione (Otc e Sop 3,9 milioni di euro, -2,9%). Modesto, invece, risulta per questa specifica patologia il  ruolo degli integratori (soltanto 400 mila euro di fatturato), che, peraltro, registrano un trend in pesante contrazione (-12,6%).

La tipologia dei consumi

Interessante è anche conoscere quali siano i consumi locali, rispetto cioè alle diverse regioni. Al primo posto troviamo la Lombardia (5 milioni di euro, +0,3%), seguita dalla Campania (3,2 milioni, +4%) e dal Lazio (2,8, +3,6%), mentre fanalini di coda sono l’Umbria (0,4 milioni di euro, +2,5%), la Basilicata (0,2, -5%) e il Molise (0,1 milioni, -2,3%).

Per capire, poi, quali siano i principali consumatori dei prodotti antiacne, quelli a cui cioè il farmacista deve maggiormente rivolgersi per un appropriato consiglio, sono i dati relativi al mercato per fasce d’età che, come abbiamo visto, mettono tra le prime posizioni i giovanissimi e i soggetti in età adulta.

Ma anche le altre fasce d’età meritano attenzione, per esempio quelle di persone dai 25 ai 49 anni (che insieme fanno 6 milioni di euro di giro d’affari), come pure anche le fasce  meno gettonate, cioè dai 65 anni in su, perché pur essendo i loro consumi di trattamenti antiacne ancora modesti, sono quelle che ultimamente registrano i maggiori incrementi percentuali.

In conclusione

Insomma, questo mercato è sicuramente interessante, e non soltanto per il suo apporto economico al bilancio della farmacia. Il problema dell’acne, infatti, è dal punto di vista estetico e sanitario molto sentito da chi è colpito da questa patologia cutanea e, quindi, sollecita l’attenzione e la cura di un professionista, quale il farmacista, che punta al benessere e alla cura di tutti i suoi pazienti.

(di Matteo Verlato, Panorama Cosmetico n. 4/25, ©riproduzione riservata)

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