Il microbioma cutaneo è l’insieme di miliardi di microrganismi, cioè batteri, funghi, lieviti e virus, che popolano la superficie della nostra pelle. Lungi dall’essere “nemici”, questi microrganismi sono, invece, preziosi alleati della salute e del benessere della cute: creano, infatti, un ecosistema invisibile che protegge la pelle dagli agenti esterni, mantiene il pH equilibrato e rafforza la barriera cutanea.
Mantenere in equilibrio il microbioma cutaneo è di fondamentale importanza: i microrganismi benefici predominano, contribuendo a mantenere la pelle idratata, morbida e priva di infiammazioni, mentre questo equilibrio si altera (e si parla di disbiosi cutanea) possono comparire diversi fastidi, come, per esempio, rossori, secchezza, prurito, sensibilità, acne o irritazioni. Inoltre, quando il microbioma è alterato ne risente innanzitutto la barriera cutanea, che diventa più permeabile, favorendo reazioni cutanee eccessive agli stimoli esterni.
Come mantenere, dunque, in salute il nostro microbioma cutaneo? Molti fattori possono metterne a rischio l’equilibrio e non parliamo di eventi straordinari, ma di variabili che quotidianamente possiamo incontrare nella nostra vita. Per esempio, lo stress, nemico tremendo per il microbioma, così come la mancanza di sonno: entrambi questi fattori aumentano i livelli di cortisolo, indebolendo la barriera cutanea. Allo stesso modo non fa bene all’equilibrio del microbioma una dieta troppo povera di fibre e antiossidanti, perché riduce i nutrienti disponibili per i batteri buoni. Anche alcuni farmaci, come antibiotici e cortisonici, possono alterare pesantemente l’equilibrio del microbioma e lo stesso vale per cosmetici troppo aggressivi e lavaggi troppo frequenti, che agiscono anche sul film idrolipidico e sul pH della pelle. Infine, inquinamento e raggi Uv generano stress ossidativo e favoriscono la proliferazione di microrganismi patogeni.
Microbioma e patologie della cute
Il microbioma è talmente importante che nei casi di patologie cutanee si verifica sempre un suo squilibrio: acne, dermatite, psoriasi o rosacee, in tutti i casi c’è un’alterazione del microbioma della pelle. Nell’acne, per esempio, il Cutibacterium acnes diventa iperattivo e favorisce processi infiammatori, mentre nella dermatite atopica si osserva una riduzione di Staphylococcus epidermidis e un aumento di Staphylococcus aureus. Nella psoriasi, poi, si verificano squilibri nel rapporto tra batteri e funghi e nella rosacea l’eccesso dell’acaro Demodex folliculorum può causare irritazioni e arrossamenti.
Agire sul microbioma per curare o migliorare la pelle rappresenta, dunque, oggi uno dei filoni più innovativi e promettenti della dermatologia e per questo le aziende dermocosmetiche stanno investendo molto proprio sulle ricerche e l’innovazione in questo ambito. L’utilizzo di prebiotici, probiotici e postbiotici topici permette, infatti, di ristabilire l’equilibrio naturale e favorire una pelle più sana, resistente e armoniosa, a beneficio della salute di tutto l’organismo.
