Un gruppo di ricercatori ungheresi e tedeschi ha analizzato in modo sistematico il rischio di cancro nelle persone affette da vitiligine, con particolare attenzione alle neoplasie cutanee. L’obiettivo era verificare se questa patologia depigmentante comporti un aumento, una riduzione o nessuna variazione del rischio oncologico, oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Per contribuire a chiarire questo interrogativo, gli autori hanno condotto una revisione sistematica e una metanalisi degli studi disponibili sull’argomento.
Nel lavoro, pubblicato su Dermatology and Therapy nel 2025, e riportato in Italia da Popular Science, sono stati selezionati 12 studi per la revisione qualitativa e 6 per l’analisi quantitativa. Il campione complessivo esaminato comprendeva 3.267.951 partecipanti, dei quali 289.322 affetti da vitiligine. Gli autori hanno focalizzato la loro attenzione su tre categorie principali di neoplasie: melanoma, tumori cutanei non melanomatosi e linfoma, conducendo tre distinte metanalisi.
I dati aggregati non mostrano associazioni consistenti tra vitiligine e rischio oncologico. L’hazard ratio (HR) combinato per il linfoma è risultato pari a 1,00 (intervallo di confidenza, IC 95% 0,40–2,53), un valore che indica assenza di differenze rispetto alla popolazione generale. Per il melanoma, l’HR è 0,80 (IC 95% 0,27–2,34), mentre per i tumori cutanei non melanomatosi è 0,38 (IC 95% 0,00–732,76). Anche in questo caso, gli intervalli di confidenza molto ampi suggeriscono che le evidenze disponibili non permettono di delineare conclusioni definitive, né in senso protettivo né in senso predisponente.
Nel complesso, la metanalisi non ha identificato differenze significative nel rischio di cancro tra i sottogruppi esaminati. Sebbene non si possa escludere un potenziale effetto protettivo della vitiligine contro alcune forme di malignità, gli autori della ricerca sottolineano che l’elevata eterogeneità degli studi comporta la necessità di interpretare i risultati con prudenza. Alla luce di queste considerazioni, i ricercatori evidenziano l’urgenza di studi futuri più rigorosi e di alta qualità, che permettano di chiarire con maggiore precisione il reale collegamento tra vitiligine e rischio oncologico.
